pasqua

Il Signore è risorto! E' veramente risorto! Alleluia.
 
 
 
PASQUA DI
RISURREZIONE DEL SIGNORE
LETTURE: At 10, 34a. 37-43; Sal 117; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9


 
Messa del Giorno

Antifona d'Ingresso  Cf Sal 138,18.5-6
Sono risorto, sono sempre con te;
tu hai posto su di me la tua mano,
è stupenda per me la tua saggezza. Alleluia.
 
Resurréxi, et adhuc tecum sum, allelúia:
posuísti super me manum tuam, allelúia:
mirábilis facta est sciéntia tua, allelúia, allelúia.

Oppure:  Lc 24,34; cf Ap 1,6
Il Signore è davvero risorto. Alleluia!
A lui gloria e potenza
nei secoli eterni!
 
Surréxit Dóminus vere, allelúia.
Ipsi glória et impérium per univérsa
æternitátis sæcula, allelúia, allelúia.

Colletta
O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto. Egli è Dio...
 
Deus, qui hodiérna die, per Unigénitum tuum, æternitátis nobis áditum, devícta morte, reserásti, da nobis, quæsumus, ut, qui resurrectiónis domínicæ sollémnia cólimus, per innovatiónem tui Spíritus in lúmine vitæ resurgámus. Per Dóminum..

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  At 10, 34a. 37-43
Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

Salmo Responsoriale  Sal 117
Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.

Oppure:
Alleluia, alleluia, alleluia.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:«Il suo amore è per sempre».
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

Seconda Lettura  Col 3, 1-4
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

Oppure:   1Cor 5, 6b-8
Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete àzzimi. 
E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! 
Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con àzzimi di sincerità e di verità.

SEQUENZA
Alla vittima pasquale,
s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,

e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto;
e vi precede in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
portaci la tua salvezza.
 
Víctmæ pascháli láudes: ímmolent
Christiáni.
Agnus redémit oves: Christus
ínnocens Patri reconciliávit
peccatóres.
 
Mors et vita duéllo conflixére miràndo:
dux vitæ mórtuus, regnat vívus.
Dic nobis, María, quid vidísti in via?
Sepúlcrum Christi vivéntis: et glóriam
vidi resurgéntis.
 
Angélicos testes, sudárium, et vestes.
Surréxit Christus spes mea: præcédit
vos in Galilǽam.
Scímus Christum surrexísse a mórtuis
vere: tu nobis, victor Rex, miserére.

Canto al Vangelo  Cf 1 Cor 5,7b-8a 
Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è immolato:
facciamo festa nel Signore.
Alleluia.

Vangelo Gv 20, 1-9
Egli doveva risuscitare dai morti.

Dal vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Oppure:
Vangelo Anno A  Mt 28,1-10
E' risorto e vi precede in Galilea.

Dal vangelo secondo Matteo
Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare la tomba.
Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
L'angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: "È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, io ve l'ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». 

Oppure:
Vangelo Anno B  Mc 16,1-7
Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto.

Dal vangelo secondo Marco
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.
Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: "Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto"».  

Oppure:
Vangelo Anno C  Lc 24,1-12
Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

Dal vangelo secondo Luca
Il primo giorno della settimana, al mattino presto [ le donne ] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: "Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno"». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano a esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l'accaduto.

Dove si celebra la Messa vespertina, si può anche leggere:
Vangelo  Lc 24,13-35
Resta con noi perché si fa sera.

Dal vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello stesso giorno, [ il primo della setti­mana, ] due [ dei discepoli ] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Sulle Offerte
Esultanti per la gioia pasquale ti offriamo, Signore, questo sacrificio, nel quale mirabilmente nasce e si edifica sempre la tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore.
 
Sacrifícia, Dómine, paschálibus gáudiis exsultántes offérimus, quibus Ecclésia tua mirabíliter renáscitur et nutrítur. Per Christum.

Prefazio Pasquale I
Cristo agnello pasquale

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e sopratutto esaltarti in questo giorno (in questo tempo)
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
E' lui il vero Agnello che ha tolto i peccati dal mondo,
è lui che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ha ridato a noi la vita.
Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...
 
Vere dignum et iustum est,
æquum et salutáre: Te quidem,
Dómine, omni témpore confitéri,
sed in hac potíssimum die gloriósius prædicáre,
cum Pascha nostrum immolátus est Christus.
 
Ipse enim verus est Agnus qui ábstulit peccáta mundi.
Qui mortem nostram moriéndo destrúxit, et vitam resurgéndo reparávit.
Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,
totus in orbe terrárum mundus exsúltat.
 
Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ potestátes
hymnum glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...

Antifona alla Comunione  1 Cor 5,7-8
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato:
celebriamo dunque la festa
con purezza e verità. Alleluia.
 
Pascha nostrum immolátus est Christus, allelúia;
ítaque epulémur in ázymis sinceritátis et veritátis,
allelúia, allelúia.

Oppure:  Gv 20,1
Nel giorno dopo il sabato,
Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino
e vide che la pietra era stata ribaltata. Alleluia.

Oppure:  Mt 28,5.6; cf Mc 16,6; Lc 24,4
Gesù, il crocifisso, è risorto, come aveva detto.
Alleluia.

Oppure alla sera se si è letto Lc 24,13-35:  Lc 24,29
Resta con noi, Signore, perché si fa sera
e il giorno già volge al declino, Alleluia.

Dopo la Comunione
Proteggi sempre la tua Chiesa, Dio onnipotente, con l'inesauribile forza del tuo amore, perché, rinnovata dai sacramenti pasquali, giunga alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signor

Perpétuo, Deus, Ecclésiam tuam pio favóre tuére, ut, paschálibus renováta mystériis, ad resurrectiónis pervéniat claritátem. Per Christum. 
 

Fare delle considerazioni sensate ed esaurienti in breve spazio sulla pasqua è impossibile. In genere ci si sofferma ad esaminare soltanto i testi specifici dei vangeli che raccontano non il fatto della risurrezione, alla quale nessuno era presente, ma ciò che è avvenuto intorno al sepolcro il primo giorno dopo il sabato e nei 40 giorni successivi. In realtà è necessario far riferimento a tutti gli scritti neotestamentari, che sono nati sia come commento, sia come annuncio di una nuova vita, ispirandosi proprio alla risurrezione.
Normalmente i credenti si sentono coinvolti nel clima di festa prodotto dalle celebrazioni liturgiche e i non credenti nel clima vacanziero, favorito dalla primavera e dal bel tempo. Questa volta questi aspetti che possiamo chiamare folcloristici – spesso sono di questo segno anche le celebrazioni religiose – non sono godibili, per via della pandemia. Non si è verificata mai, anche nel secolo passato, una situazione di questo genere. Questo, molto probabilmente, induce a ripensare la pasqua con altri criteri. Mi viene da pensare in che modo, ad esempio, può essere vissuta in pienezza da un malato, da un carcerato in isolamento, ecc. Il teologo protestante Bonoeffer, dal carcere nazista di Tegel scriveva il 25 aprile 1943: Il Venerdì santo e la Pasqua hanno questo di liberatorio, che il pensiero viene distolto dal destino personale e portato molto al di là, fino al senso ultimo della vita, della sofferenza, del corso degli eventi, e ci è dato di concepire una grande speranza. Così si va al significato profondo del mistero della redenzione.
Voglio dire che, tolti i fronzoli esteriori, anche celebrativi, si è costretti a scavare nelle profondità del senso della pasqua, che è la vittoria dell’eterno sul caduco, sul transitorio, della vita vera, quella che nessuno può insidiare, su una vita non vera, apparente, sostenuta soltanto da un’energia biologica. Gesù rassicurava i discepoli: “io ho vinto il mondo”. Ecco perché la croce e la risurrezione si compenetrano l’una con l’altra in modo inscindibile. Anche nei racconti evangelici della risurrezione questa dialettica tra morte e vita è sempre presente.
Qualche riflessione sui testi della liturgia di oggi.
Nella prima lettura, il discorso di Pietro si conclude con queste parole: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome. Forse ci dicono poco queste parole, anche perché la categoria “peccato” per noi ha delle connotazioni moralistiche. In realtà queste parole ci dicono che c’è un intervento di Dio che davvero rinnova l’uomo dal di dentro, lo strappa alla sua schiavitù da ciò che corrompe la vera vita. La risurrezione di Gesù ha innescato questo processo. La sua morte esprimeva bene la situazione della non vita dell’uomo peccatore, la sua risurrezione immette questa nuova energia che permette questo passaggio. Ecco un altro termine molto utilizzato nei discorsi sulla pasqua. Ed andrebbe approfondito, perché nel nostro vissuto non è semplicemente un passaggio puntuale, avvenuto una volta per sempre, ma un processo, che però ha origine da questa vita risorta in Cristo.
Paolo fa delle applicazioni, proprio a proposito di questo passaggio avvenuto con la risurrezione di Gesù. Egli dice che non si può tornare indietro. Ormai lo sguardo non è più rivolto indietro per recuperare qualcosa che ci sembra venuto meno e che stimiamo fondamentale, ma è rivolto al futuro (il cielo), a ciò che costituisce la vera meta di chi ha aderito a Cristo crocifisso e risorto. L’immagine del vecchio lievito è incisiva. Il vecchio lievito è l’enzima che rende la vita inutile, e la prepara al non senso. La pasta nuova non contiene più principi attivi corruttivi.
I racconti evangelici di risurrezione sono stati costruiti su timbri diversi. Ciò che prevale è la sorpresa: cosa è successo? I discepoli e le donne che vanno al sepolcro non lo sanno, ma costatano che quel Gesù che hanno conosciuto e hanno sepolto, non è più nel sepolcro e nessuno l’ha portato via. Le apparizioni confermano le profezie e le parole dette da Gesù prima della morte. La visione e la presenza del Cristo vivente li rendono edotti che la vita risorta non è più simile a quella mortale, perché supera tutte le dimensioni del tempo e dello spazio; è quella che poi verrà chiamata vita eterna, cioè piena, totalmente realizzata, quella che non può più morire. E’ ciò che in fondo ogni uomo desidera profondamente.
Ogni racconto della resurrezione andrebbe profondamente meditato, perché contiene tutte le domande che noi ci facciamo circa la nostra vita e le risposte che ci dà Cristo risorto. La fede in lui è la porta d’ingresso a tutte queste risposte.